MASSIMILIANO MASCHERINI

 Il ragazzo dell’ Europa  

Massimiliano Mascherini e la sua vita lontana dall’Italia per lavorare alla Commissione Europea ma senza farsi mai mancare qualche giorno a Le Esperidi

“Vengo con la mia famiglia a Le Esperidi da più di quarant’anni, da quando ero un bimbo di sei anni, probabilmente siamo nel gruppo degli utenti storici del campeggio. Senza respirare l’aria della pineta, camminare verso il mare, o fare il bagno al lago e incontrare gli amici di una vita, non può dirsi estate”.

Nato a Firenze e ospite del campeggio da lunga data, Massimiliano è direttore dell’unità di Politiche Sociali di Eurofound, l’agenzia di ricerca della Commissione Europea, per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro in Europa. Vive a Dublino da più di 10 anni e i suoi campi di ricerca sono la partecipazione al mercato del lavoro dei giovani, la parità di diritti tra uomo e donna e le condizioni di vita in Europa. Con l’avvento del COVID19, Massimiliano e il suo Gruppo sono impegnati nel monitorare l’impatto economico e sociale della pandemia e la corretta implementazione dei vari fondi europei, come il Next Generation EU e il Recovery and Resilience fund, nei vari stati Membri.

Massimiliano, come sei finito alla Commissione Europea e a Dublino?

Completamente per caso direi. Dopo aver finito il dottorato in Statistica Applicata all’Università di Firenze avrei voluto intraprendere la carriera accademica in Italia ma purtroppo non mi fu possibile. Dato che altre proposte in Italia non ve ne erano per il mio profilo professionale, iniziai a cercare lavoro all’estero e quasi immediatamente ricevetti due proposte, una dall’università di Aalborg, in Danimarca dove ero già stato durante il dottorato, e una dalla Commissione Europea. Quindi scelsi la Commissione Europea e cominciai a lavorare a Ispra, in provincia di Varese, al Centro di Ricerca della Commissione. Poi dopo tre anni, con l’esplosione della grande recessione del 2008, mi fu proposto di andare a lavorare in Irlanda, uno dei primi Paesi travolti dalla crisi, all’agenzia di ricerca di Eurofound. Quindi feci le valigie e volai a Dublino in Irlanda.

Cosa fa esattamente Eurofound?

Eurofound è un’agenzia di ricerca della Commissione Europea che dal 1975 studia le condizioni di vita e di lavoro in Europa. Il nostro ruolo è capire quali sono i problemi in ambito sociale che affliggono gli Stati Membri, anticipare possibili rischi per la tenuta sociale dell’Unione, come quelli legati per esempio alla transizione verde o alla crescita delle disuguaglianze e fornire opzioni di politiche sociali ai policymakers nazionali, europei o locali. Noi non disegniamo politiche ma forniamo suggerimenti ed evidenza su quali sono le misure e le iniziative politiche che funzionano bene, o quali invece sono totalmente inefficaci. Sulla base delle nostre ricerche, suggeriamo quindi ai politici e ai decisionmakers una serie di possibili soluzioni che potrebbero essere adottate al fine di risolvere un determinato problema. Poi spetta a loro farlo oppure no.

Visto che fate ricerca per le istituzioni nazionali ed europee, avrai incontrato personaggi di spicco dei vari governi europei, un ricordo particolare?

In genere presentiamo i risultati delle nostre ricerche nei parlamenti nazionali degli Stati Membri e al Parlamento Europeo, il che mi ha messo inevitabilmente in contatto con i governi di tutti i Paesi. Indimenticabile è l’emozione provata durante il primo discorso che ho tenuto al Parlamento Europeo o al Congresso degli Stati Uniti a Washington. Mi ricorderò per sempre la tensione che mi accompagnava mentre salivo le scale alla House of Lords a Londra, prima della Brexit, pensando a chi nel corso della storia aveva parlato da quello scranno prima di me e chiedendomi se io ne fossi stato all’altezza. Sicuramente l’incontro più eccezionale fu quello con Sua Santità Papa Francesco, a seguito di un Suo invito a discutere insieme le politiche di integrazione giovanile e percorsi alternativi di integrazione socio-culturale dei più deboli. Senza dubbio l’incontro più prezioso che mi sia mai capitato durante la mia carriera.

Viaggi molto nella tua vita per lavoro, e ormai sei emigrato da tanto tempo. Condividi con noi qualche momento indelebile?

Eh si, ormai sono passati più di vent’anni dalla prima volta che lasciai il mio paese: era il 2001 quando andai a Sydney per uno stage organizzato dal ministero del Commercio Estero. Arrivai in Australia parlando poco più di 25 parole in inglese; i primi mesi furono molto difficili ma alla fine fu un’esperienza indimenticabile che mi ha cambiato la vita dando questa impronta internazionale alla mia carriera. Ho avuto la fortuna e il privilegio di aver visitato tutte le capitali dei 27 Stati Membri, esperienza che mi ha permesso di capire quanto simili e allo stesso tempo diversi siamo noi europei. Ricordi tanti, anche fuori Europa, dalle difficoltà di prendere un taxi nel mezzo della notte nel centro di Pechino, ad aver dimenticato la mia valigia su un treno in Corea del Sud e l’odissea per riaverla… Viaggiare è un’esperienza che apre la mente e fa leggere la realtà che ci circonda in modo diverso, più equilibrato e meno limitato.

Da Firenze a Sydney e poi a Dublino, orgoglioso di far parte della comunità della Gente delle Esperidi. Da quanti anni vieni in questa struttura? Cosa ti lega al campeggio?

Per me Le Esperidi è sinonimo di libertà e il campeggio è una parte integrante di me che mi porto sempre dietro. Vengo con la mia famiglia a Le Esperidi da più di quarant’anni, da quando ero un bimbo di sei anni, probabilmente siamo nel gruppo degli utenti storici del campeggio.

Ci trascorrevo tutta l’estate quando ero un ragazzo, venivo con la mia nonna a inizio giugno, poi due settimane con i miei e poi ci restavo, sempre con mia nonna, fino a fine agosto.

Nel corso di queste vacanze ho incontrato mille amici che hanno colorato le mie estati giovanili e con cui abbiamo condiviso esperienze molto importanti. Amici di una vita, con una parte di questi siamo ancora in contatto e fanno ancora parte della mia vita. Legami indimenticabili e ricordi indissolubili. Mi ricordo che il pensiero di venire a trascorrere l’estate al campeggio era il sogno che mi trasportava durante i piovosi pomeriggi invernali. Gli appuntamenti che aspettavamo tutto l’anno da vivere durante l’estate all’Esperidi erano numerosi: le feste sulla spiaggia, il torneo di pallavolo, il grande assembramento di asciugamani di tutti gli amici di fronte all’ingresso che contraddistingueva la spiaggia in quegli anni e altri ricordi che mi hanno formato e fatto diventare la persona che sono adesso.

Poi crescendo, e viaggiando, ho iniziato inevitabilmente a venire sempre meno ma ciò nonostante ogni anno son sempre riuscito a venire qualche giorno. Senza respirare l’aria della pineta, camminare verso il mare, o fare il bagno al lago adesso, incontrare gli amici di una vita, non può dirsi estate. Se io negli anni son venuto meno, la mia famiglia ha continuato a venire regolarmente: mia nonna Paola, con il tempo è diventata un personaggio di riferimento, una sorta di istituzione del campeggio, trascorrendo tutte le sue serate al bar assieme alle sue amiche nonostante la sua veneranda età. Poi adesso che sono in pensione, sono i miei genitori che vengono ogni anno e passano le estati al campeggio con i loro amici e con me e mio figlio i giorni in cui riusciamo a venire. Praticamente 4 generazioni di Mascherini a Le Esperidi… ora che ci penso fa quasi impressione!

Durante questi anni, Le Esperidi ha subito tante trasformazioni, che ne pensi di tutto il lavoro svolto?

Penso che Umberto abbia fatto un grandissimo lavoro! Il campeggio 40 anni fa era un luogo molto differente, un’oasi di pace dentro la pineta ma con tante strutture ancora da sviluppare appieno. Credo che nel corso di questi ultimi due-tre decenni il lavoro fatto sia stato molto prezioso e fatto nel rispetto dell’ambiente. Un lavoro che ha permesso di mantenere il concetto di oasi di pace nel mezzo di una pineta sul mare assieme allo sviluppo di strutture a cinque stelle: penso all’ammodernamento dei bagni centrali e di quelli periferici, allo sviluppo del centro commerciale e del ristorante con la terrazza. Infine allo sviluppo del lago balneabile in una piscina da resort di lusso, una vera perla che rende il soggiorno nella struttura ricco da ogni punto di vista! Mi spiace solo che questo sviluppo sia avvenuto adesso e non quando avevo vent’anni: mi sarei divertito ancora di più!

S.A.

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